Tu sei qui: CronacaInfermiera finisce in manette con l'accusa di aver drogato un neonato.
Inserito da (admin), venerdì 4 agosto 2017 17:23:42
Un avvenimento terrificante e all'apparenza disumano sarebbe avvenuto nell'ospedale Borgo Roma di Verona, come ha riportato Il Giornale: un'infermiera avrebbe somministrato della morfina ad un neonato prematuro, quasi portandolo alla morte prima ancora che potesse aprire gli occhi. La donna, 43 anni, era anche lei mamma ed aveva un curriculum immacolato, tanto che i colleghi sono rimasti sconcertati dall'ipotesi di tale gesto così estremo. L'infermiera avrebbe infatti dato al "neonato rognoso" una dose di morfina per farlo stare calmo, affinché non le facesse saltare i nervi già in tensione. Tutto inizio la notte del 19 marzo, quando il neonato, nato prematuro, era sotto osservazione per monitorare le sue condizioni, le quali sono improvvisamente peggiorate. Immediatamente è scattato l'allarme e l'équipe medica non riusciva a spiegarsi le cause di tutto ciò, non credevano si potesse trattare di overdose. I momenti successivi ricordavano quelli di un telefilm, con scene di panico ed agitazione generale mentre il personale si impegnava per salvare il piccolo da morte certa. Fu proprio l'infermiera in questione a "risolvere" la situazione, poiché suggerì di usare come antidoto un inibitore di oppiacei, il Naxolone. Con grande sorpresa l'idea funzionò e fu salvata la vita al bambino, ma i dubbi erano ancora tanti. I sospetti, dopo varie analisi che rivelarono la presenza di morfina nel sangue del neonato, rimasero forti e la direzione interna dell'ospedale avviò un' indagine per scoprire il responsabile di questa tragedia sfiorata. Il neonato fu dimesso poco dopo in seguito al miglioramento delle sue condizioni, ma questo non fermò gli inquirenti che coinvolsero anche la polizia nelle ricerche. Dopo mesi di indagini, analisi degli indizi, raccolta di testimonianze e voci di corridoio, gli investigatori erano convinti che non si trattasse di un errore e il loro mirino si è fermato sulla donna, ormai la sospettata numero uno anche in seguito alla confessione di un collega: «Quando l'ho vista con bimbo in braccio mi ha detto che era rognoso, che l'aveva sedato. E che l'aveva già fatto con altri". Gli inquirenti credono che l'infermiera non avesse intenzioni omicide, tuttavia hanno chiesto al pm Elvira Vitulli di firmare un ordine di custodia cautelare, con il quale la 43enne è finita in manette ed è ora sotto osservazione. Le accuse sono di lesioni aggravate e cessione di stupefacenti, ma non comprendono l'omicidio volontario.
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