Tu sei qui: CronacaMatteo Renzi, diario di bordo del suo viaggio in America Latina
Inserito da (admin), venerdì 30 ottobre 2015 08:46:50
Si conclude a Cuba il viaggio del Premier Matteo Renzi iniziato qualche giorno fa in America Latina e suddiviso in quattro tappe. Con uno stile che emula il Capitano Kirk, della famosa astronave USS Enterprise di Star Trek, dal suo profilo Facebook il nostro primo ministro ha tenuto un diario di bordo che vi riportiamo fedelmente di seguito. [caption] Matteo Renzi in Cile visita il nuovo progetto Enel[/caption] Diario di Bordo dall'America Latina: prima tappa Tappa numero uno nel Cile di Michelle Bachelet con cui abbiamo discusso a lungo dei principali dossier su Europa, Sudamerica, crisi delle materie prime, battaglie in sede ONU per le donne e abbiamo siglato accordi significativi a partire da quelli sulla doppia imposizione fiscale, sull'agenda energetica, sulla presenza di Banca Prossima in Cile. Quella di Banca Prossima è un'esperienza interessante, ne riparleremo. Confesso, però, che entrando nel palazzo presidenziale, la Moneda, e soprattutto poi al Museo dei diritti umani mi sono emozionato pensando alla storia di questo popolo e alla grande forza di chi ha lottato contro la dittatura. Chi mi ha guidato passo dopo passo dentro il Museo aveva vissuto sulla propria pelle o su quella della propria famiglia quelle torture: non mi stava raccontando una storia, mi stava raccontando la sua vita. Come ha fatto Camilo Parada, figlio di una delle vittime del regime, come ha fatto Marcia Scantlebury. Diceva il grande Pablo Neruda: chi sono quelli che soffrono? Non importa chi sono, sono i miei La nostra generazione di leader europei ha vissuto nella pace e nella tranquillità e per questo ha una responsabilità ancora più grande, non solo per tramandare la memoria, ma anche per non sporcare la politica che altrimenti diventa facile preda di populismi e spinte autoritarie. Occorre, però, avere l'intelligenza di vincere la sfida della dignità della politica, usando gli strumenti del nostro tempo. Il regime crolla in Cile grazie al referendum che il fronte del no vince, utilizzando innovative tecniche di comunicazione. Mi è tornato alla mente il film No, i giorni dell'arcobaleno (un film che è obbligatorio per chi vuole ricostruire una storia, ma anche il complicato rapporto tra ideali e campagne elettorali) e sono stato molto felice di salutare lo scrittore dal cui lavoro è tratto il film, Antonio Skarmeta. È la cultura, prima ancora che il business, a fare da filo conduttore della nostra missione. Ecco perché - come ormai tradizione - ho visitato le università, a cominciare da quella del Cile dove ho tenuto una lectio e l'università cattolica dove ho visitato l'Angelini center for innovation in compagnia tra l'altro dell'architetto Alejandro Aravena. Alejandro - che sarà, tra l'altro, il curatore della prossima Biennale di Venezia - ha più volte evidenziato il ruolo della città come "scorciatoia per l'uguaglianza". Lo riprenderemo in Colombia, ma già da adesso dico che questo per me - da sindaco prima ancora che da premier - dovrebbe essere il ruolo dell'architettura e dell'urbanistica. La bella comunità italiana in Cile, variegata e sparsa in un Paese lungo oltre quattromila chilometri, ci ha accolti in ambasciata insieme alle principali aziende italiane presenti. Da Astaldi impegnata in aeroporto, ospedali, miniere fino a Atlantia (il gruppo Autostrade per l'Italia) che gestisce alcune delle arterie principali del Paese con una tecnica totalmente informatizzata e guidata dalla tecnologia. Al punto che il pedaggio non solo si paga per via telematica, ma addirittura le tariffe cambiano a seconda dell'ora di punta o meno. E ancora, Enel, una realtà importante e strategica in America Latina, leader delle rinnovabili in questa parte di mondo. Abbiamo inaugurato il primo impianto geotermico di tutta l'America Latina assieme al parco eolico di Taltal, impianti fotovoltaici e un impianto ibrido. Considero Enel un valore del paese. In particolare sul fronte dell'innovazione, delle rinnovabili, ma anche sul progetto del contatore elettronico e sulla sfida della banda larga, la rete infrastrutturale decisiva per il futuro del Paese. C'è un'Italia di cui essere orgogliosi, insomma. E non è l'Italietta delle polemiche di parte della politica o della comunicazione, vecchia e nuova. E l'Italia che è rispettata per il carico di civiltà che rappresenta e per la voglia di futuro che esprime. Vedendo a Paranal - la capitale dell'astronomia mondiale - i telescopi migliori del mondo che si immergono nell'abisso dell'universo dal cielo limpido del Cile e pensando alla dedizione con cui mani e cervelli, spesso in maggioranza italiani, li hanno voluti costruiti e usati (e usano ancora oggi, fortunatamente: ho cenato ieri con alcuni giovani ricercatori per sentire le loro storie e le loro proposte), penso a quanto grande sia il nostro Paese. E quanto possiamo e dobbiamo fare per restituire agli italiani non tanto qualità - che già è presente in abbondanza - ma fiducia e consapevolezza. Prossima tappa, il Perù. [caption] Renzi in visita al Machu Picchu, uno dei luoghi più suggestivi al mondo[/caption] Diario di bordo dall'America Latina: seconda tappa il Perù. Un Paese che sotto la guida di Humala Tasso ha tenuto assieme elementi centrali quali la democrazia, la crescita e la lotta contro la povertà. Con il nuovo aereo Alenia Aermacchi (appena acquistato dall’esercito peruviano) abbiamo raggiunto i 3.500 metri di Cuzco e poi Machu Picchu, uno dei luoghi più suggestivi al mondo. Ad accoglierci lassù è stato il premier Cateriano con una scelta simbolica: ci unisce innanzitut...to la bellezza di un passato che lascia senza parole. Ma il senso più profondo di questa eredità ci spinge a costruire futuro, non a vivere di ricordi. Per questo ho ringraziato a nome del governo i tanti italiani che lavorano in Perù, a cominciare dalle realtà del volontariato. Su tutte l’Operazione Mato Grosso, con Padre Ugo de Censi che ho abbracciato a nome di tutti voi: padre Ugo è un’istituzione da queste parti e il lavoro per i poveri e con i poveri che lui ha svolto - assieme a migliaia di volontari, spesso giovani italiani - ci rende orgogliosi e grati. E sono orgoglioso di essere a capo del Governo che ha cambiato verso sulla cooperazione internazionale. Finalmente i fondi tornano a crescere: di oltre 100 milioni nel 2016, di 200 milioni nel 2017, di 300 milioni nel 2018. Anche di questo parla la stabilità. Ma il Perù non è solo cooperazione culturale o internazionale: è anche la crescita al 6%. E il più grande investimento pubblico della storia peruviana è rigorosamente Made in Italy: la linea due della metro è figlia di un consorzio guidato da Salini Impregilo con Ansaldo Sts, Breda e Italferr. Ho visitato il cantiere, felice per l’orgoglio che vivono i nostri connazionali quando con la forza dei fatti dimostrano di essere gli ingegneri più bravi al mondo. E al forum con gli imprenditori ho visto centinaia di presenze perché gli spazi di business ci sono e sono molto interessanti! Una nota personale, infine. Ho ritrovato Don Paolo, il mio prof del liceo Dante, e don Giovanni che con lui condivide la missione a Lima. Sapere che anche nei luoghi più lontani del mondo c’è qualcuno che ti aspetta, anche se arrivi tardi dopo tutte le cene ufficiali, e butta giù mezzo chilo di pasta per chiacchierare liberi, in tre, come ai vecchi tempi: io questa cosa la chiamo semplicemente amicizia Prossima tappa: Bogotà. A domani! [caption] Renzi accolto da studenti e dirigenti di due scuole italiane in Colombia[/caption] Diario di bordo dall'America latina: terza tappa. Che paese fantastico è la Colombia. Piena di colori, entusiasmo, vita. E sono rimasto molto colpito dal fatto che, innanzitutto, mi hanno accolto studenti e dirigenti di due scuole italiane (Leonardo da Vinci e Alessandro Volta): davvero si capisce da certi particolari che l'educazione è tutto e che il nostro futuro sta nella scelta di valorizzare il capitale umano. La nostra presenza culturale qui è sempre stata molto forte: sono stato il secondo fiorentino a mettere piedi nel Congresso colombiano, ma solo perché il primo fu ... l'architetto che lo costruì, Cantini. Invece la presenza economica e commerciale ha margini di miglioramento pazzeschi. Possiamo e dobbiamo fare di più e credo che la missione guidata dal viceministro Carlo Calenda produrrà ottimi risultati. Intanto Enel ha concluso i lavori di una enorme diga, a Quimbo, con la quale fornirà il 5% dell'elettricità dell'intero paese, confermandosi un'eccellenza mondiale nell'idroelettrico e nelle rinnovabili. Ma la cosa che più mi ha colpito è stata ascoltare il racconto di italiani che hanno scelto la Colombia mezzo secolo fa. Per esempio il signor Sebastiano, che ha lasciato la Puglia alla fine della riforma agraria e ha raggiunto Bogotà. Per anni ha sofferto, facendo il campesino e cercando di tirare avanti. Ma non si è mai arreso e nel 1980 la svolta, con una piccola azienda che è cresciuta sempre di più. Adesso ha 35 società e oltre settemila dipendenti, risultato che non avrebbe mai creduto possibile da giovane perito agrario di Andria. Una terra che ti permette di inseguire i sogni e magari realizzarli è una terra che merita un grande rispetto. E ascoltando Sebastiano - come altri - ho pensato alla capacità di accogliere persone diverse, lontane, differenti. Noi viviamo spesso sottomessi alla paura, alla demagogia. Penso a quando i migranti erano i nostri nonni, ai loro incubi, alle loro difficoltà. E alla gratitudine verso chi li accoglieva. Naturalmente la Colombia vive una stagione di grande intensità politica. Io stimo molto il presidente Santos, uomo coraggioso: siamo due fan della terza via clintoniana. Ma come dice Juan Manuel lui e io siamo sostenitori della "Terza via con allegria". La Colombia di Santos ha scelto la pace e non è facile perché è come scrive il grande Garcia Marquez in Cent'anni di solitudine: "È più facile cominciare una guerra che finirla". Santos sta provando a mettere la parola fine alla guerra interna, con le Farc. Lo considero un gesto di grande intelligenza e coraggio in un paese in cui praticamente non esiste una famiglia che non abbia una vittima, un sequestrato, una ferita personale da questo conflitto pluridecennale. Mi diceva il presidente: sai, Matteo, non è facile tracciare il confine tra pace e giustizia. Ma quando finisci una guerra questa è la cosa più importante: tracciare un confine tra pace e giustizia. Ho garantito l'impegno dell'Italia nel post conflitto, a cominciare dallo sminamento (la Colombia è il secondo paese al mondo per mine disseminate e l'Italia è leader mondiale nello sminamento, altro record tricolore che non tutti conoscono). Questa parte del mondo sta scrivendo una pagina di storia. Lo dimostra l'accordo con le Farc in Colombia. E lo dimostra Cuba dove concluderò la missione. È come se in queste zone del mondo la storia facesse gli straordinari. E la politica riprendesse la dignità in un mondo che altrimenti sembra dominato solo dai numeri, le statistiche, l'economia. La politica può cambiare le cose come sta accadendo in Colombia. E come accade a Cuba da dove scriverò domani l'ultima pagina di questo diario di viaggio. [caption] Matteo Renzi a Cuba[/caption] Diario di bordo dall'America latina: quarta tappa. Cuba non è solo la fine del viaggio, la quarta tappa. È soprattutto l’inizio di una storia nuova, tutta da scrivere. Ho dialogato a lungo con Raul Castro delle opportunità e delle prospettive che si stanno aprendo in questi mesi così intensi, mesi in cui la storia da quelle parti sta facendo gli straordinari. C’è molto da fare sul turismo, sulle crociere, sulle infrastrutture, sull'agroalimentare, sull'energia, anche rinnovab...ile nel prossimo futuro. Come ci siamo detti al Business Forum, l’Italia è in prima linea per farlo, perché può farlo bene. Ma la tappa cubana è stata innanzitutto occasione politica e culturale. Aneddoti sull'amicizia tra i due fratelli Castro e il Che, il racconto della Baia dei Porci e della crisi dei missili visti dalla parte cubana, il rapporto con Batista e il mondo di oggi. La cena con Raul è stata di estremo interesse. E tra un ricordo e l’altro abbiamo attraversato il tema dell’impegno culturale dell’Italia per Cuba e con Cuba. Del resto anche al mattino avevo incontrato i ragazzi dell’ISA, l’istituto superiore di arte, assicurando loro l’impegno dell’Italia per intensificare cooperazione, scambi, borse di studio. Perché qualche volta una buona idea non basta, servono i mezzi. E lo dimostra la storia di un italiano, vissuto per anni a Cuba, Antonio Meucci. L’idea del telefono fu sua, nata al teatro della Pergola di Firenze e presentata al Gran teatro dell’Avana. Ma privato delle possibilità di concretizzarla, fu l’americano Bell a strappargli la paternità della geniale idea. Non basta avere buone intuizioni, bisogna poterle realizzare: questo il triste epilogo della vicenda Meucci. Al mattino presto mi sono preso un’ora per correre sul lungomare, il Malecon. Un’occasione per buttare giù la pancia (o almeno per provarci), per tenermi in forma. Ma anche per respirare l’Havana, perché correre per strade e vicoli ti fa entrare nell’anima di una città, altro che auto blindate. Ho pensato ai tanti miei amici che in questi anni mi avevano invitato a visitare Cuba e l’America Latina. Molti di loro hanno accompagnato con mail e sms, dandomi consigli, condividendo impressioni. Mentre correvo sul Malecon ho pensato a chi più di ogni altro avrebbe apprezzato questo viaggio. E che è stata con me anche se adesso non c’è più. Lei è Alessia Ballini e ancora ho in mente il suo sorriso quando - ormai sette anni fa – mi obbligò a partecipare a un convegno in Palazzo Medici sul tema dei diritti civili con Mariela Castro, che ho incontrato in un incontro con la comunità italiana a Cuba. Alessia che è stata con me in giunta in Provincia e poi consigliere regionale ha perso la sua battaglia contro il tumore qualche anno fa. Ma noi, suoi amici, la portiamo con noi. Portandola con me a Cuba - dove per anni ha provato a convincermi ad andare - è come se fosse tornata a casa. Grazie per aver seguito questo diario. Politico, ma anche personale. Hasta luego, amici. Per maggiori informazioni e foto la pagina Facebook certificata del premier Matteo Renzi è la seguente: https://www.facebook.com/matteorenziufficiale/
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