Tu sei qui: CulturaI luoghi della cultura restano chiusi, anche a Natale
Inserito da (admin), sabato 12 dicembre 2020 19:21:26
I luoghi della cultura restano chiusi, anche a Natale. Scordatevi di andare a vedere il balletto de Lo Schiaccianoci, il cinepanettone, il concerto di Capodanno. Certo, potrete sempre recuperare tutto ciò sulle piattaforme online godendovi lo spettacolo dal divano di casa con una fetta di pandoro in una mano e un calice di bollicine nell'altra. Tutto sommato sembra un piacevole programma casalingo, non dovrete neppure mettervi in tiro perché basterà un plaid a quadri e un paio di calzettoni di lana. Va tutto bene, finché vostro figlio non inizierà a lagnarsi perché vuole giocare a Mercante in Fiera, il beep della lavatrice vi segnalerà la fine del lavaggio, l'operatore telefonico vi chiamerà per proporre il nuovo piano tariffario. Il vantaggio della fruizione domestica è poter mettere in pausa e far ripartire lo spettacolo quando volete, mentre al cinema vi capita sempre di correre in bagno durante il momento decisivo e quando tornate al vostri posti avete perso la scena clou. Peccato, però, che dopo aver giocato con vostro figlio, steso il bucato, rifiutato gentilmente l'offerta telefonica, il vostro computer decide che è arrivato il momento di aggiornare il sistema operativo, tempo stimato: 2 ore. Siamo sinceri, quella domestica è una fruizione completamente diversa. Migliore? Peggiore? A ognuno il proprio giudizio ma è un'alternativa, in questo caso forzata, rispetto a uno spettacolo dal vivo o a un film visto sul grande schermo. I luoghi della cultura restano chiusi, perché? Sarebbe facile e scontato incolpare il governo e in particolare il Presidente Giuseppe Conte e il Ministro Dario Franceschini, che in passato tanto ha fatto, di non aver pensato agli addetti ai lavori. Sì, perché di cultura si vive e si vive per la cultura. Ci vivono gli agenti del settore, i fornitori e tante persone indirettamente collegate a quel mondo. Chiudere la cultura è come bloccare un ingranaggio di una macchina che smette di far funzionare un intero sistema. I luoghi della cultura restano chiusi, e se la colpa fosse anche nostra? Se gli italiani negli anni scorsi fossero andati più spesso al cinema, al teatro, al museo non limitandosi ad esempio a visitare solo le top 5 delle varie città d'arte? Se i cinema fossero pieni a ogni proiezione, se i piccoli musei locali avessero 100, 1000 e non 10 visitatori al giorno, la cultura sarebbe sentita a livello nazionale e istituzionale come bene essenziale per la vita delle persone (come i supermercati, le farmacie e le ferramenta) e non solo accessorio in funzione ad altri servizi come il turismo ad esempio. Ci accorgiamo oggi che ci mancano le biblioteche e gli spettacoli teatrali, ora che non possiamo andarci ma quando ci siamo andati l'ultima volta? Visitiamo le mostre solo quando andiamo in vacanza e magari non abbiamo mai visto il museo civico del nostro paesino. Io mi auguro che da questa mancanza possa in futuro nascere una reale esigenza personale di cultura perché solo così si possono cambiare i punti di vista e ciò che è accessorio può diventare bene essenziale. I luoghi della cultura restano chiusi, postilla. Chi scrive è una persona che in periodi normali ha una fruizione abbastanza alta di cultura, almeno un evento, oltre al cinema, settimanale (mostre, presentazione di libri, musei). Durante i mesi di riapertura estiva ha assistito a 3 proiezioni cinematografiche, 1 concerto di musica sinfonica, 1 concerto di musica pop, 2 mostre di fotografia, 3 mostre di arte contemporanea, 1 opera lirica, 1 visita guidata, 4 escursioni naturalistiche e visitato a scopo culturale 1 chiesa. E non ha preso il Covid. Qualcuno potrà contestare il fatto che magari chi scrive abita in una grande città, ha tempo libero e soldi da spendere. In realtà, sono tutte riflessioni infondate, moltissimi eventi culturali sono gratuiti e altri scontati, basta dare uno sguardo a un qualsiasi portale di eventi per scovare mostre, spettacoli e concerti, spesso nel weekend, accessibili a tutti e poco distanti da casa. I luoghi della cultura restano chiusi, conclusioni. Io mi auguro che da questa mancanza possa in futuro nascere una reale esigenza personale ed estesa di arte perché è solo così che si possono cambiare i punti di vista e ciò che è accessorio può diventare bene essenziale. Manuela Nastri
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