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Politica

Matteo Renzi chiarisce la sua posizione con un lungo post su Facebook

Inserito da (admin), mercoledì 7 febbraio 2018 04:42:57

di Matteo Renzi - Segretario del PD ed ex Primo Ministro Mettiamo da parte per un momento le polemiche o i sondaggi e mettiamo in fila i fatti di Macerata di questi giorni. Una ragazza di 18 anni è morta, in circostanze atroci. Forse la droga, forse un omicidio, sicuramente il cadavere fatto a pezzi. Chi l'ha uccisa o si è accanito sul suo corpo merita di pagare fino all'ultimo giorno, senza alcuna attenuante. Un ragazzo di 28 anni qualche giorno dopo ha pensato di fare giustizia. E ha sparato su sei coetanei di colore. Quel ragazzo aveva il libro di Hitler sul comodino. Vogliamo che paghi per ciò che ha fatto, senza alcuna attenuante. Un dibattito normale finirebbe qui. Finirebbe condannando la droga, il pusher, la tentata strage, il pericolo dell'ideologia neonazista. Finirebbe dicendo grazie alle forze dell'ordine che hanno preso i colpevoli in tempo straordinariamente breve, ennesima dimostrazione che la sicurezza deve essere affidata a professionisti come carabinieri e poliziotti, non a pistoleri invasati che sparano per strada. Il dibattito normale finirebbe qui. Qualcuno, però, sta provando a strumentalizzare l'accaduto. E lo collega al problema dell'immigrazione. Noi rifiutiamo questa deriva. Il ragazzo che ha sparato a Macerata era candidato in consiglio comunale per la Lega e ha sparato alla sede del PD. Ma dal minuto numero uno io ho sempre invitato tutti a tenere bassi i toni e ho chiesto al PD di non rilanciare la polemica. Nei momenti di difficoltà, la prima responsabilità è ricordarsi che noi siamo l'Italia. E che quindi i toni alti non aiutano nessuno. Sull'immigrazione parliamo il linguaggio della verità e della serietà. Le regole europee sull'immigrazione sono così perché esiste un accordo chiamato "Trattato di Dublino" che è stato firmato da un Governo del passato, quello in carica nel 2003, presieduto da Berlusconi, non dai nostri. A chi mi accusa di aver cambiato le regole europee, rispondo: non sono stato io, ma un mio predecessore. A chi invece mi accusa di aver fatto molti interventi nel Mediterraneo nel 2015, rispondo: sì, certo che sono il responsabile di quegli interventi, di quei salvataggi. Non me ne vergogno, anzi li rivendico. Lo dico con forza: sono orgoglioso del lavoro fatto per salvare vite umane e non ho paura a dirlo. Stavano morendo donne e bambini affogati a qualche chilometro dalle nostre coste. E mentre l'Europa stentava a muoversi, noi italiani abbiamo preso l'iniziativa. Forse ho perso qualche punto nei sondaggi, ma certo l'Italia non ha perso la dignità. E questo è più importante di qualsiasi sondaggio, per me. Perché mi consente di guardare negli occhi i miei figli senza vergognarmi. Adesso gli sbarchi sono giustamente diminuiti grazie all'azione del Governo e del ministro Minniti in primis. E grazie all'iniziativa sull'Africa che abbiamo proposto due anni fa. Stiamo lottando in Europa per cambiare Dublino e non dare più soldi italiani, neanche un centesimo, a chi non si prende cura dei migranti che sbarcano in Italia. Mi piacerebbe che la destra e i cinque stelle ci aiutassero in questa battaglia di principio, in questa battaglia di civiltà. Noi stiamo qui, su questa linea di civiltà. Non ci spostiamo dalla civiltà. Non ci sentirete mai strumentalizzare a fini elettorali una vicenda come un drammatico fatto di cronaca. Non attaccheremo i nostri avversari soffiando sul fuoco della paura e del rancore. Non ci abbasseremo nella lotta col fango di chi vuole lucrare mezzo punto di sondaggio sfruttando l'odio e l'inquietudine. Noi stiamo qui. A dire che abbiamo salvato le vite, perché era giusto farlo. Che abbiamo bloccato le partenza, perché era impossibile continuare così. Che vogliamo cambiare le regole in Europa, perché cosi non va. E che abbiamo investito sulle forze dell'ordine come non si faceva da anni. Questo atteggiamento non porta voti? Non lo so. Ma so che è la cosa giusta per il nostro Paese. Perché chi vuole bene all'Italia non la trascina in una rissa senza fine. In uno scontro ideologico sulla pelle dei più deboli. In uno scontro verbale. Chi vuole bene all'Italia oggi abbassa i toni. Noi vogliamo bene all'Italia.

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