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Politica

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Salario minimo, 60 giorni di tempo passando dal Cnel. Meloni: "No a risposte semplici per problema complesso"

Il Cnel è stato indicato dalla presidente del Consiglio come la sede più appropriata per studiare un intervento condiviso di contrasto al lavoro povero e ai bassi salari. Calenda: "Per la prima volta governo e opposizioni si parlano"

Inserito da (Redazione Nazionale), venerdì 11 agosto 2023 22:05:53

di Norman di Lieto

Da registrare con soddisfazione, come ha dichiarato anche lo stesso Carlo Calenda di Azione, c'è che la volontà di mettersi al tavolo per parlare di salario minimo (finalmente) ci sia stata.

Non tutti hanno avuto una lettura così ottimistica della giornata di oggi, dedicata proprio all'incontro governo-opposizioni sul salario minimo: l'opposizione parla di tentativo di mandare la 'palla in tribuna' da parte dell'esecutivo e con lo stesso che con Tajani accusa proprio le opposizioni di "eccessiva rigidità e negatività".

Il Cnel è stato indicato dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, come la sede più appropriata per studiare un intervento condiviso di contrasto al lavoro povero e ai bassi salari, proprio nel luogo dove sono depositati i contratti collettivi e sono rappresentate le parti sociali, come soggetto facilitatore.

Una memoria presentata da Brunetta alla commissione Lavoro della Camera ha avanzato otto proposte:

1. La necessità di un profondo e significativo coinvolgimento e confronto con le parti sociali,

2. Non limitarsi all'alternativa salario minimo per legge sì o no, ma affrontare, a monte, i problemi che ostacolano la crescita dei salari dei lavoratori, tra cui i ritardi nei rinnovi contrattuali aggravati dalla crescita del costo della vita e dall'elevato cuneo fiscale, dall'impatto della precarietà, del part-time involontario e del "lavoro povero".

3. Affrontare il nodo della bassa produttività.

4. Intervenire sul dumping contrattuale che rischia di impattare negativamente sulla qualità della contrattazione collettiva.

5. Contro i contratti pirata, far riferimento al trattamento economico come determinato dal Ccnl di riferimento.

6. Intervenire sui bassi salari dal lato della riforma fiscale.

7. Favorire un pieno sviluppo a tutti i livelli della contrattazione, al fine di rispondere in maniera strutturale, con soluzioni di medio e lungo periodo, alle criticità presentate.

8. Indicare il Cnel come sede del National Productivity Board per l'Italia, previsto da una raccomandazione della Ue.

Intanto Meloni nell'incontro di oggi con le opposizioni sul salario minimo aveva iniziato proprio ribadendo le sue perplessità sullo strumento del salario minimo che - a suo modo di vedere - può diventare davvero "controproducente".

Meloni - come detto - lancia la sua proposta: 'palla' al Cnel con tutte le analisi, dati alla mano. E poi trovare insieme la via più interessante e "condivisa" da perseguire.

Con l'obiettivo di "rafforzare i salari, combattere il lavoro povero. Sono questioni che ci interessano", spiega la premier annunciando che la prossima legge di Bilancio sarà tutta concentrata "su famiglie e lavoro".

Ci sono anche le questioni "dei contratti pirata, della precarietà, dei lavoratori esclusi dalle tutele", aggiunge. Spiegando che è stato "un segnale di attenzione e di rispetto" non presentare una proposta prendere o lasciare - "non ricordo di essere mai stata convocata dal premier per una proposta fatta in Parlamento quando ero all'opposizione", rimarca.

Per le opposizioni, però, è il segno che "il governo non ha le idee chiare", dice Elly Schlein.

Della stessa opinione Giuseppe Conte: il governo, dice il leader M5S, "butta la palla in tribuna" perché, incalza anche Nicola Fratoianni, in realtà "non hanno una proposta alternativa".

Intanto si andrà in vacanza, chissà se porteranno consiglio.

Nel dibattito sul salario minimo, quello che non torna, è il ruolo della contrattazione nazionale.

Ci sono giuslavoristi, come Tiraboschi che pensano che adottando un salario minimo legale di legge, per esempio di 9€ all'ora, le aziende che non hanno sindacato al loro interno potrebbero sfilarsi dal contratto nazionale di riferimento (più oneroso) per 'agganciarsi' al salario minimo di legge.

Ma a quel punto non basterebbe affermare nella legge (qualora si introducesse il salario minimo) che le aziende che sono già coperte da contratto nazionale di riferimento dovranno adottare quello e non attaccarsi al salario minimo che diverrebbe 'ancora' di salvataggio contro i contratti pirata e contro chi non avrebbe appigli di contrattazione nazionale cui - appunto - appigliarsi.

 

Fonte foto: pagina Facebook Giorgia Meloni e pagina Facebook Giuseppe Conte

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