Tu sei qui: PoliticaSileri, il viceministro della Sanità lascia il M5S e attacca il Governo: "Sta paralizzando un Paese"
Inserito da (admin), lunedì 26 ottobre 2020 20:20:01
Bufera in casa Movimento 5 Stelle dopo le dure dichiarazioni di Pierpaolo Sileri. Il viceministro alla Sanità, secondo quanto riportato da IlParagone.it (clicca qui), ha annunciato che al termine del mandato lascerà il Movimento e non si ricandiderà: "Non ho mai militato nel M5S e di non mi sono mai iscritto alla piattaforma Rousseau", ha esordito Sileri. "Non mi ricandido. - ha aggiunto - Sono un chirurgo, non butto via 25 anni di sacrifici e professione. Quando mi informarono della nomina a viceministro ero in sala operatoria. Fu l’ultimo intervento, perché la legge ora mi vieta di usare il bisturi, ma io voglio tornare in ospedale. Si figuri che avevo chiesto di poterci andare da volontario il sabato mattina, quando sono libero, ma in quanto sono al governo mi è stato impedito". Sileri ha poi concluso il suo discorso rivolgendo una critica al Governo, impreparato, secondo lui, a gestire la seconda ondata Covid-19. Non sono mancate le critiche all'ultimo Dpcm: "in terapia intensiva ci sono ancora molti posti e la crescita dei ricoverati non è esponenziale. Il numero dei positivi è altissimo ma la maggior parte di loro non è malata: bisogna distinguere e non creare inutile terrorismo. Stiamo paralizzando un Paese in attesa di omologare i test salivari. Inconcepibile". "Gli scienziati – conclude Sileri – hanno punti di vista personali differenti ma anche rivalità accese. Le parole di Zangrillo sono state strumentalizzate. Mi sembra che a volte molti miei colleghi in camice utilizzino la tv per sfide e scopi personali. Vado al San Raffaele di Milano perché è l’eccellenza in Italia. Ormai la maggior parte di chi entra o rimane in politica lo fa per i soldi o per il potere. Io guadagnavo di più da medico che da viceministro e il potere per me è fare le cose che ritengo utili per il Paese. Da presidente della Commissione Sanità ho sbloccato la legge che permette la ricerca sui cadaveri, velocizzato la legge sulla rete dei registri dei tumori e molto altro. Mi basta questo per sentire di aver fatto il mio dovere". Continua Sileri: "È assurdo quello a cui stiamo assistendo, con migliaia di persone che prendono d’assalto i pronto soccorso per sintomi sovrapponibili a quello del Covid, oppure file interminabili per fare un tampone. Avere più offerta diagnostica più semplice del tampone e fruibile dai medici di medicina generale, nelle farmacie o nel privato e, perché no, anche negli studi dentistici aiuterebbe il sistema in toto. Facciamo troppi tamponi alle persone sbagliate – precisa Sileri -. Se io risulto positivo, si può fare il tampone ai miei assistenti, ma non a tutto il piano. Per gli altri basta un test antigenico rapido o salivare che costa un quinto e hai il risultato in un’ora anziché in cinque giorni. Con il Covid bisogna agire come con tutte le altre patologie". Infine, alla domanda se "siamo alla vigilia di una crisi come quella del marzo scorso", ha risposto: "Faccio fatica – conclude – a immaginarmi uno scenario simile a quello di marzo. Prevedo un’ulteriore salita dei contagi, ma graduale per quanto riguarda i posti in terapia intensiva e spero che quando si vedranno i primi effetti del decreto della Presidenza del Consiglio la curva si addolcirà. Serviva, e serve, un uso spregiudicato della diagnostica. Questo è stato il grande errore".
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