Tu sei qui: PoliticaSuperbonus, stop dal governo a cessione del credito e sconto in fattura
Inserito da (Redazione Nazionale), venerdì 17 febbraio 2023 22:48:22
di Norman di Lieto
Il sistema non ha retto, a detta del governo che con un decreto ha detto stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura, i due capisaldi del Superbonus.
Ora per molti, ristrutturare casa, rifare gli infissi o acquistare un condizionatore non sarà più conveniente come è stato finora, così con lo stop del governo, che lascia queste opzioni solo a chi ha già avviato i lavori, rischia ora di fermare un mercato arrivato a marciare al ritmo di 200mila interventi l'anno.
Così per le spese relative ai vari interventi edilizi non sarà più possibile usare l'opzione della cessione del credito o dello sconto in fattura.
Resta solo la detrazione fiscale attraverso la dichiarazione dei redditi: le spese vanno dunque pagate interamente, ma potranno essere detratte dalle tasse, con una percentuale che varia in base al tipo di bonus e ripartita su più anni.
L'opzione dello sconto o della cessione resta per chi ha già avviato l'iter dei lavori. Più precisamente, per gli interventi legati al Superbonus, entro il 17 febbraio 2023 (la data di entrata in vigore del decreto) devono risultare presentati: per gli interventi diversi da quelli effettuati dai condomini, la comunicazione di inizio lavori asseverata (Cila); per gli interventi effettuati dai condomini, oltre alla Cila deve anche risultare adottata la delibera assembleare che ha approvato l'esecuzione dei lavori; per gli interventi di demolizione e ricostruzione di edifici l'istanza per l'acquisizione del titolo abilitativo. Per gli altri interventi edilizi è necessario che entro la stessa data: risulti presentata la richiesta del titolo abilitativo; siano già iniziati i lavori nel caso in cui non serva un titolo abilitativo; risulti regolarmente registrato il contratto preliminare o stipulato il contratto definitivo di compravendita nel caso di acquisto di unità site in fabbricati oggetto di interventi di restauro e risanamento conservativo e di ristrutturazione.
Quello che preoccupa molti cittadini / conodomini è il tema della riqualificazione energetica degli edifici: l'Ue ha appena approvato la proposta di direttiva sulle case green, che fissa l'obiettivo per gli edifici residenziali di raggiungere una classe di prestazione energetica minima di tipo 'E' entro il primo gennaio 2030 e 'D' entro il 2033.
L'Italia però è ancora indietro: secondo le stime dell'Enea 11 milioni di abitazioni, cioè il 74%, è in una classe energetica inferiore alla D.
Ora con il superbonus passato dal 110% al 90% essendo stato depotenziato dalla legge di bilancio i problemi aumentano.
Infatti da gennaio l'agevolazione è scesa al 90%, a meno che l'assemblea non abbia deliberato i lavori entro il 18 novembre 2022 e la Cilas non sia stata presentata entro il 31 dicembre, o abbia deliberato dal 19 al 24 novembre 2022 ma presentando la Cilas entro il 25 novembre.
E dopo le decisioni del governo è il giorno della protesta che accende la polemica politica: i lavoratori edili della Cgil temono la perdita di 100mila posti di lavoro e annunciano di essere pronti alla piazza contro la decisione dell'esecutivo. Le associazioni imprenditoriali, grandi e piccole, temono fallimenti a catena: chi parla di 25mila aziende a rischio, chi di 40mila. E lanciano un allarme sulla tenuta sociale della scelta fatta.
Dal canto suo la maggioranza difende il provvedimento con Francesco Lollobrigida che rievoca anche le criticità fatte emergere da Mario Draghi alla guida dell'esecutivo prima dell'arrivo a Chigi di Giorgia Meloni:
"Va tenuto conto che già ieri è emersa la volontà del governo di affrontare il tema tenendo conto che quello che è accaduto è economicamente e finanziariamente irragionevole e pericoloso" - ha aggiunto - "Da una parte va salvaguardato il mondo delle imprese, il lavoro, gli impegni assunti e dall'altra parte, tutte le degenerazioni che hanno portato a questa criticità vanno affrontate con la stessa fermezza limitando i danni per lo Stato che possono emergere, perché lo Stato siamo noi cittadini".
Il governo cerca comunque il confronto con le associazioni di categoria interessate. Saranno convocate per lunedì pomeriggio: servirà al governo per spiegare le ragioni e ad ascoltare con attenzione.
Anche banche e costruttori (Abi e Ance) mettono in pressing il governo e chiedono una "misura tempestiva" che consenta "immediatamente alle banche di ampliare la propria capacità di acquisto utilizzando una parte dei debiti fiscali raccolti con gli F24, compensandoli con i crediti da bonus edilizi ceduti dalle imprese e acquisiti dalle banche". Insomma bisogna fare presto per salvare le imprese dalla crisi di liquidità.
I grillini accusano il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti: "Il risultato dell'opera demolitoria del ministro dell'Economia ora regala un bel baratro a tutta la filiera italiana dell'edilizia".
Fonte foto: Ministero Interno e Foto disoso1968daPixabay
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