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Politica

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Ue, Italia ha speso solo il 6% dei fondi per i giovani

L'analisi è stata pubblicata sul portale Cohesion Data della Commissione europea sulla programmazione 2014-2020 dove a restare indietro sono proprio Youth Employment al 6% e il programma sulle politiche attive del lavoro con il 13%

Inserito da (Redazione Nazionale), venerdì 21 aprile 2023 20:45:01

di Norman di Lieto

In Italia un giovane su quattro di età compresa fra i 15 e i 29 anni è a rischio povertà, sono stati gli ultimi dati pubblicati da Eurostat a fotografare la situazione e a rivelare che nel nostro Paese, e più in generale in Europa, i giovani in quella fascia di età rappresentano la fetta di popolazione più vulnerabile.

Nel 2021, il rischio di povertà riguardava il 20% dei giovani, mentre per la popolazione totale dell'Ue la percentuale era del 17%.

La tendenza si riscontra in 19 paesi dell'Ue: l'Italia si colloca al quinto posto per percentuale di giovani a rischio (24,6%). Tra i Paesi europei i dove i giovani sembrano meno esposti al rischio di povertà rispetto al resto della popolazione spicca la Repubblica Ceca dove il rischio di povertà giovanile è più basso (8,6%).

A conferma di ciò arriva un ulteriore dato preoccupante che certifica come le amministrazioni centrali e i ministeri faticano più degli enti territoriali come le Regioni, a spendere i fondi strutturali della politica di coesione Ue.

Registrando altresì la performance peggiore in termini di spesa certificata rispetto a quella prevista è il programma nazionale per l'occupazione giovanile, dove l'Italia ha usato solo il 6% dei fondi, pari a 26 milioni di euro sui 467 a disposizione. A restituire la fotografia è un'analisi dei dati pubblicati sul portale Cohesion Data della Commissione europea sulla programmazione 2014-2020.

Dalla quale emerge che le Regioni hanno speso in media il 75% (circa 25 miliardi di euro) delle risorse Ue, mentre i programmi nazionali si fermano al 43% (circa 13 miliardi). La sfida è di spendere e rendicontare tutti i soldi ancora disponibili - circa 27 miliardi tra schemi nazionali e regionali - entro la fine dell'anno.

Dati alla mano, sono proprio le amministrazioni centrali, titolari dei Pon, i programmi operativi nazionali finanziati per la maggiore dal Fondo europeo per lo Sviluppo rurale (Fesr) o dal Fondo sociale europeo (Fse), ad arrancare.

Esaminando i numeri al 31 dicembre dello scorso anno, dieci dei dodici Pon italiani si fermano al massimo al 55% di spesa.

A restare indietro sono soprattutto lo Youth Employment al 6% e, a poca distanza, il programma per le politiche attive del lavoro, con soltanto il 13% delle risorse spese. Mentre il solo Pon ad aver raggiunto il 100% di spesa è l'iniziativa Pmi.

 

Fonte foto: Foto diJai79daPixabay e Foto diStockSnapdaPixabay

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