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Parigi, Messi vince l'ottavo Pallone d'Oro nel giorno del compleanno di Maradona

Li chiamano predestinati, fuoriclasse, campioni, insomma i pochissimi eletti nell’olimpo del pallone. Messi è uno di quelli. Da ieri ancor di più in una data speciale

Inserito da (Redazione Nazionale), martedì 31 ottobre 2023 21:37:17

di Norman di Lieto

Li chiamano predestinati, fuoriclasse, campioni, insomma i pochissimi eletti nell'olimpo del pallone.

Lionel Messi è senz'altro uno di questi che ieri, a Parigi, ha vinto il suo ottavo pallone d'oro nel giorno del compleanno di Diego Armando Maradona che ha prontamente ricordato una volta salito sul palco per accogliere l'ambito trofeo.

A svernare a Miami come i milionari newyorkesi quando decidono di andare in pensione, Messi sta vivendo in un campionato e - soprattutto - in una città dove lo stress e i riflettori sono meno abbaglianti.

Lui, ex Barcellona ed ex Psg, dove a Barcellona ha visto tutto il suo planare formidabile di carriera che ha avuto.

Preso quand'era ancora ragazzino ed aiutato dallo stesso Barcellona a combattere contro quella strana malattia che non lo faceva crescere, Messi è diventato Messi in Catalogna.

Blaugrana che ha poi salutato per andare appunto a Parigi, in un Psg famoso più come collezionista di calciatori vetrina, ma sempre lontano dalla vittoria della Champions League nonostante le vittorie nel campionato francese.

Se ne è andato, per nulla amato dai parigini, insieme a Neymar, entrambi per fare spazio a Mbappé.

Le Roi dopo Platini, è lui a Parigi e nella nazionale dei galletti.

Il francese, arrivato terzo nella classifica finale, probabilmente, dopo aver fatto sloggiare i due assi che gli pestavano i piedi a Parigi, si accaserà prestissimo al Real Madrid.

Macron permettendo.

È interessante capire come vincere la coppa del Mondo con l'Argentina in Qatar abbia permesso all'argentino di avere la meglio sul norvegese Hollande che vantava invece la vittoria della Champions League, seppure durante la finalissima contro l'inter un onesto difensore nostrano, Acerbi, non gli abbia fatto toccare palla.

Tornando a Messi, nel giorno della sua celebrazione, ieri, 30 di ottobre, non poteva non ringraziare colui il quale nell'olimpo dei predestinati dell'arte pedatoria per dirla alla Brera, è stato il più grande di tutti: Diego Armando Maradona.

Due argentini, due numeri 10, due piedi sinistri sublimi con lo stesso Messi che ha sempre voluto marcare le distanze (siderali per chiunque) dal dies, dal pibe de oro che lo allenò in una spedizione mondiale non molto fortunata, dove un improbabile Maradona selezionatore dei biancocelesti, si coccolava un giovane numero 10 già tra i più forti al mondo.

Ma l'avventura non andò benissimo, anzi.

In Sudafrica nel 2010 l'Argentina chiuse ai quarti di finale dove venne sconfitta per 4-0 dalla Germania.

Invece, come detto, ai mondiali in Qatar, Messi ha alzato la Coppa del Mondo con il numero 10 sulle spalle e con la fascia da capitano come Diego in Messico nel 1986.

Messi ha vinto con Scaloni allenatore, discreto difensore centrale che ha militato anche nella Lazio dove non era neppure un titolare inamovibile.

Maradona vinse con Bilardo selezionatore, un medico che ha lasciato la medicina perchè il calcio è generoso, ha detto in maniera velenosa Menotti, l'altro allenatore leggenda vincitore della coppa del mondo con l'Albiceleste nel 1978.

8 come il simbolo dell'infinito.

Avanti il prossimo.

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