Tu sei qui: Storia e StorieThe Equalizer 3. Tarak Ben Ammar si racconta: «L'incontro con papa Giovanni II resta impresso nei miei ricordi» /FOTO
Inserito da (Admin), venerdì 28 ottobre 2022 07:55:08
di Massimiliano D'Uva
"E poi ci sono quelli che incontriamo, che conosciamo a malapena, che dicono una parola, una frase, ti danno un minuto, mezz'ora e cambiano il corso della tua vita." [Victor Hugo]
Perdonatemi se inizio dalla fine ma quella che per Tarak Ben Ammar, produttore di successo di origini tunisine, è una delle citazioni preferite quando racconta della sua vita e del suo passato, è la sintesi perfetta di quanto accaduto ieri sera nel Comune di Minori, alla presenza di alcuni amici tra cui il sindaco Andrea Reale.
Classe 1949, Tarak è figlio di Mondher Ben Ammar, diplomatico tunisino, primo ambasciatore in Italia dopo l'indipendenza dalla Francia, ottenuta nel 1956. Quando arriva in Italia non aveva ancora 8 anni ma il suo racconto di quegli anni è nitido e gli occhi lasciano trasparire un pizzico di nostalgia.
Il produttore di Equalizer 3 è un uomo carismatico, in grado di mettere a proprio agio i suoi interlocutori e, nell'esporre alcuni avvenimenti di vita vissuta, emerge la sua umanità e il grande amore per il cinema.
«Spendere 20 euro per andare al cinema o 20 milioni per realizzarlo, se ci pensate, è la stessa cosa. Di fatto io sono uno dei primi spettatori, prima ancora che il film sia realizzato». Sono le parole utilizzate Tarak negli uffici del sindaco Reale, per spiegare il complesso ruolo del produttore cinematografico.
La sua giovinezza si è divisa tra l'Italia, la Germania e gli Stati Uniti, dove ha frequentato la Georgetown University, fino a rientrare nella sua Tunisia. Dal racconto è evidente il suo grande talento: valorizzare le qualità altrui. Tarek è un osservatore, cresciuto con un'educazione laica, aperto naturalmente alle altre culture e alle altre religioni: incontrò Roberto Rossellini, in aeroporto a Roma, con cui collaborò per la realizzazione del film "Il Messia" (girato completamente in Tunisia nel 1975): «Ero giovanissimo e non ero il produttore che sono oggi. Ho avuto l'onore di collaborare con Rossellini nel suo ultimo film e di essere il punto di collegamento tra il governo tunisino e il Maestro. Fu per me molto facile, i nostri politici erano felicissimi di avere il grande regista nel loro Paese per realizzare una sua opera».
Nel suo racconto Tarak poi fa un salto indietro nel passato e racconta dei suoi studi in una scuola cattolica, benché di fede musulmana, e di come per quattro anni, ogni fine settimana, avesse divorato film presso il Cinema Archimede, nell'omonima via di Roma.
Poi l'imprenditore descrive con dovizie di particolari e sottovoce, anche per non disturbare gli attori impegnati sul set a pochi metri sotto di noi, il suo incontro con Papa Giovanni II: «L'ho conosciuto tardi, in un'udienza con mia moglie, di origini polacche come il papa. Rimasi folgorato dalla luce che il suo sguardo emanava, fu un momento molto intenso che porto sempre nel mio cuore. Ricordo che riuscii a farlo sorridere quando scherzosamente, in riferimento ad alcuni film sulla vita di Gesù che avevamo realizzato, esclamai "Sua Eminenza, se mai farete un vescovo musulmano, quello voglio essere io"».
Una storia che si intreccia sullo sfondo con gli eventi della politica internazionale e arriva in Costiera Amalfitana grazie all'incontro con Franco Zeffirelli: «Il mio amore con questo territorio inizia a Positano. Ero spesso ospite di Villa Treville e credo di essere stato una sola volta a Ravello, con Zeffirelli ad una cena con Gore Vidal. Ma ero giovanissimo. Non conoscevo Atrani, non avevo mai visto Minori e Maiori e il resto della Costa d'Amalfi. Questo film mi ha dato l'opportunità di vivere questa terra e il sindaco Andrea Reale - sorride Tarek mentre lo dice - dopo il suo quarto mandato potrebbe venire a lavorare con me».
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