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Alfabetizzare gli italiani all'architettura, questa volta utilizzando i cartoni animati

Inserito da (admin), sabato 14 gennaio 2017 09:00:20

Un articolo apparso sul blog dell'ormai noto Architetto scrittore, Christian De Iuliis, rilancia un tema sempre attuale quello del rapporto con l'uomo e l'ambiente che lo circonda. Come spesso ci ricorda anche il critico d'arte più famoso d'italia, Vittorio Sgarbi, l'Italia è il paese del Bello e gli italiani andrebbero educati a tanta bellezza. Ecco la prima parte dell'analisi di De Iuliis qui integralmente riportata:

BREVE STORIA DELL’ABITAZIONE ATTRAVERSO LE CASE DEI CARTONI ANIMATI (prima parte) di Christian De Iuliis (www.christiandeiuliis.it) Per continuare quel processo di alfabetizzazione all’architettura che produrrebbe grandi benefici non solo agli architetti, credo sia fondamentale insegnare le basi della storia dell’architettura partendo dall’elemento più caro al popolo italico e cioè la casa. E farlo attraverso il modo di diffusione di massa più accessibile: il cartone animato. Questo compito, di grande rilievo didattico, verrà svolto attraverso la lettura ragionata di dieci esempi proposti in ordine cronologico, dall’antichità fino ai giorni nostri (clicca sulle immagini per ingrandirle). 1) La casa primordiale (Età della pietra – 8000/5000 a.c.) – The Flintstones La casa di Fred e Wilma Flintstones rappresenta un classico esempio di casa ancestrale, realizzata in materiale lapideo, probabilmente calcareo, ad un solo livello e con il tetto piano. Si tratta di un monolocale, formato da un volume unico di circa 40 mq di superficie di forma vagamente circolare con un appendice per il parcheggio dell’autovettura. La casa dei Flintstones rappresenta il primo esempio di abitazione fuori terra e segue immediatamente in ordine temporale la case nella caverna, abbandonata per l’elevato tasso di umidità soprattutto d’inverno. Dal punto di vista tipologico si tratta di un’abitazione a pianta centrale isolata, il che conferma la natura asociale dell’uomo primitivo. Per risolvere il problema del riscaldamento, spesso nella casa degli antenati veniva istallato un camino a legna, come testimonia la canna fumaria in copertura. Gli infissi erano in legno, ma non sempre venivano applicati alle finestre. Così come la porta del garage non era considerata indispensabile poiché non vi era ancora il problema dei ladri, di conseguenza la casa degli antenati non era dotata di dinosauro-antifurto. 2) La casa classica (V- IV sec. a.C.) – "C’era una volta Pollon" Come tutti sanno, la bimba Pollon figlia estroversa di Zeus, viveva insieme a tutti gli altri Dei sull’Olimpo, la montagna sacra per la mitologia greca. La residenza di Zeus è rappresentata da un enorme tempio di stile dorico con basamento a tre scalini e timpano, senza particolare fregio. Ma si tratta senza dubbio di un’abitazione di tipo signorile riservata alle divinità che proprio in virtù dell’appartenenza alla classe sociale più elevata, potevano godere di una serie di optional non comuni a quel tempo, quali l’illuminazione, i pavimenti lucidi e le porte in legno massello. Anche in questo caso si tratta di un esempio di casa isolata, con patio e vasca (probabilmente idromassaggio). La differenza tra la residenza di Pollon e quella dei comuni mortali si manifesta attraverso l’osservazione delle trasferte della bimba in paese dove le abitazioni sono principalmente in legno o con piccoli pronai sempre in stile dorico minimal. Tuttavia queste abitazioni pur disposte secondo uno schema aggregativo "a schiera", manifestano uno stile piuttosto frammentario, prova che già nella Grecia classica esisteva una certa propensione diffusa all’eclettismo architettonico. 3) La casa selvaggia (I sec. a.C.) – "Asterix" La casa di Asterix ( e di Obelix) si trova all’interno di un villaggio Gallico posizionato a nord della Francia e precisamente nella regione dell’Armorica. Sia urbanisticamente che sociologicamente, può essere considerato il primo esempio di città stato, 19 secoli prima delle teorie di Fourier sull’omogeneità sociale del Falansterio e circa 20 sull’unità d’abitazione di Le Corbusier. Il singolo alloggio era formato da una sorta di monolocale dalle sembianze di una capanna sia per la forma che per la tecnica costruttiva. Era, infatti, realizzata in muratura portante posizionata ad "opus incertum" mista ad architravi in legno, ma con il tetto ricoperto da paglia o, in alcuni casi, da assi di legno. La singola residenza era composta di un ambiente unico quadrangolare con riscaldamento autonomo, in genere soppalcato per utilizzare il volume ricavato nel sottotetto. Non conoscendo le regole del "castrum", i Galli si affidavano ad un impianto di tipo radiocentrico intorno ad una piazza centrale utilizzata per i raduni di natura gastronomica. In posizione leggermente eccentrica rispetto alla piazza si trovava la torre di avvistamento sempre in legno, dalla quale era possibile sorvegliare il perimetro del villaggio, recintato da una palizzata formata da pali circolari. Il modello insediativo del villaggio dei Galli che potremmo definire "selvaggio", aveva tuttavia caratteristiche di stabilità elevate, tanto da poter resistere alle pressioni dell’esercito romano che, viceversa, viveva in tende da campeggio, sistemate però secondo il canonico sistema cardi-decumani. 4) La Casa medioevale nobile (VI sec. d.C.) – "La Spada nella roccia" Il medioevo, considerato un periodo buio, lo è anche per la qualità delle abitazioni che notoriamente erano piuttosto carenti dal punto di vista igienico-sanitario e delle rifiniture. Per questo motivo l’esempio meglio attinente alla condizione abitativa nell’età di mezzo, è senza dubbio quella del giovane Semola, aspirante re Artù, che prima di estrarre la famosa spada dalla roccia abitava in un fatiscente castello insieme al padre adottivo Sir Ettore ed il fratellastro Caio. Il castello, secondo le ricostruzioni, dovrebbe trovarsi non troppo lontano da Londra, alcuni storici lo posizionano nella regione del Hampshire, oppure più ad est, nel Monmoutshire. L’abitazione di Semola rappresenta un modello abitativo completamente isolato trattandosi di un castello merlato del tipo plurifamiliare in aperta campagna. La struttura era completamente in muratura portante, organizzata tramite contrafforti circolari che terminavano con torri a cuspide tra le quali quella diroccata riservata al mago Merlino. Orientativamente il piano basso rappresentava la zona "giorno" con una parte destinata alle maestranze, mentre i piani superiori, in particolare il corpo centrale, era assegnato al capo famiglia anche per una migliore visuale ed irraggiamento. Il collegamento tra gli ambienti era spesso assicurato da scale esterne scoperte per la non ancora avvenuta scoperta della pensilina. L’inaccessibilità, invece, era garantita da un ponte levatoio con relativo fossato dove venivano allevate alcune specie animali predatorie tipo il coccodrillo. Da qui anche gli elevati costi di gestione che fecero scomparire presto questo tipo di residenza. 5) La Casa Vittoriana-Coloniale (XIX secolo) – "Anna dai capelli rossi" Chi ha letto il romanzo di Lucy Maud Montgomery sa che la piccola Anna dai capelli rossi prima di avere uno straccio di casa attraverserà una serie di disavventure, tipiche degli eroi dei cartoni animati degli anni ’80. Dopo questo peregrinare risiederà piuttosto stabilmente presso la villa dei fratelli Cuthbert, che vivono in una fattoria chiamata "Tetto Verde" ad Avonlea, cittadina rurale dell’Isola di Prince Edward in Canada. Questo luogo, così come quello della successiva dimora dell’adolescente ramata, a Charlottetown, si caratterizza per un’architettura tipicamente vittoriana importata dal Regno Unito, dunque di stile coloniale. Gli edifici erano realizzati quasi totalmente in legno da cui i rovinosi incendi così frequenti nel periodo. La casa "Tetto verde", a parte per il colore della copertura e degli scuri esterni, si contraddistingue quindi per l’importazione di alcuni elementi dominanti della cultura anglosassone del tempo, quali un piccolo basamento, le sottili colonne in legno e la balconata esterna che all’ingresso veniva utilizzata tipo veranda per sorseggiare il tè. L’abitazione era sempre disposta su due livelli, con le camere da letto al piano superiore. Alcuni particolari quali l’accentuata pendenza del tetto o dalle cornici a timpano delle finestre rimandano allo stile neogotico che sarà quello prevalente in tutta l’architettura coloniale del nord America del secolo XIX. Anna dai capelli rossi però fu assunta (per sbaglio perché i fratelli Cuthbert avevano chiesto all’orfanotrofio un uomo) per eseguire lavori piuttosto faticosi che si svolgevano essenzialmente in alcuni locali adiacenti alla residenza: stalle, cantine, depositi in genere costruiti senza uno stile preciso e probabilmente abusivi.

continua… (nella seconda parte: il XX secolo e oltre)

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