Tu sei qui: AttualitàProcesso omicidio Giulia Tramontano, Impagnatiello: "Da quel giorno non vivo più"
Inserito da (Redazione Nazionale), giovedì 18 gennaio 2024 19:56:37
di Norman di Lieto
Il giorno del processo ad Impagnatiello per la barbara uccisione di Giulia Tramontano, incinta di 7 mesi,
è arrivato: eppure, l'organizzazione (almeno quella logistica) ha lasciato a desiderare.
Era ampiamente prevedibile che per un processo come quello legato alla vicenda di Giulia Tramontano sarebbero accorsi, non solo numerosi cronisti, ma anche tanti curiosi.
Il caos regnava nell'aula della prima Corte di Assise di Milano: per questo, l'aula del processo, è stata cambiata in itinere vista la grande affluenza di persone e, con i giudici che, allo stesso tempo, hanno deciso di non consentire le riprese video.
Sul cambio aula, la Corte solo dopo una prima parte dell'udienza, ha deciso, finalmente e solo a seguito dell'intervento del presidente del tribunale Fabio Roia, di spostare l'udienza nella maxiaula della prima Corte d'Assise d'Appello.
Sul divieto di riprese video durante il processo la motivazione l'ha data la giudice Antonella Bertoja che presiede la corte:
''Il caso di cui ci occupiamo rappresenta sicuramente un interesse pubblico, è il primo che si celebra dopo la legislazione emergenziale, ma il bilanciamento tra interesse pubblico e la volontà delle parti, non consente la ripresa audiovisiva del dibattimento salvo che per la lettura del dispositivo''.
Alessandro Impagnatiello, è imputato per l'omicidio di Giulia Tramontano, incinta di sette mesi e ammazzata a Senago, nel Milanese, con 37 coltellate, lo scorso 27 maggio.
È giunto in aula direttamente da San Vittore dove è detenuto, accompagnato dagli agenti della polizia penitenziaria.
Presente la famiglia di Giulia Tramontano: la sorella Chiara siede accanto alla mamma Loredana, vicino Mario il fratello della vittima e papà Franco.
L'imputato ha voluto rilasciare delle dichiarazioni spontanee:
"Grazie per avermi concesso la parola, ci sono tante persone a cui devo delle scuse, ma vorrei rivolgermi a Giulia e alla famiglia. Non ci sono parole corrette da dire, affronto una cosa che rimarrà per sempre inspiegabile per la disumanità. Quel giorno ho distrutto la vita di Giulia e di nostro figlio, quel giorno anch'io me ne sono andato perché se sono qui a parlare non vuol dire che sia vivo, non vivo più.
Ero sconvolto e perso. Quel giorno ho distrutto il bambino che ero pronto ad accogliere. Quel giorno anche io me ne sono andato, sono qui a parlare ma non vivo più.
Non chiedo che queste scuse vengano accettate, perché sto sentendo ogni giorno cosa vuol dire perdere un figlio. Non posso chiedere perdono, perché non posso, chiedo solo che possano essere ascoltate queste scuse.
E questa è l'occasione che ho per farlo. L'unica cosa che faccio la sera è sperare di non svegliarmi più al mattino. Finché sarò qui in eterno dovrò scuse a tutte queste persone.
Sto chiedendo unicamente a tante persone scusa ma non sarà mai abbastanza".
Chiara Tramontano che non aveva ascoltato le parole dell'assassino di sua sorella Giulia, perché aveva abbandonato l'aula ha replicato così, e a distanza, su Instagram, alle dichiarazioni spontanee rese in aula dall'imputato:
"Puoi chiedere scusa se per errore hai urtato lo specchietto della mia auto. Non puoi chiedere scusa se hai avvelenato e ucciso mia sorella e mio nipote, prendendoci in giro e deridendone la sua figura.
Non hai diritto a pronunciare, invocare o pensare a Giulia e Thiago dopo averli uccisi barbaramente.
Meriti di svegliarti ogni giorno in galera ripensando a ciò che hai fatto e provando ribrezzo per te stesso".
Intanto è stata rinviata al prossimo 12 febbraio l'udienza del processo: nella prossima udienza, verranno sentiti i primi testimoni dell'accusa, rappresentata dall'aggiunta Letizia Mannella e dalla pm Alessia Menegazzo, ma il processo entrerà nel vivo il prossimo 7 marzo quando verranno interrogate Loredana e Chiara Tramontano, rispettivamente madre e sorella della vittima, ma anche la giovane che intratteneva una relazione con l'imputato e che incontrò la 29nne poche ore prima del delitto.
L'avvocato Cacciapuoti, legale della famiglia Tramontano ha spiegato poi il motivo che ha portato la sorella e il padre di Giulia ad abbandonare l'aula nel momento in cui Impagnatiello ha reso le sue dichiarazioni spontanee in aula:
"Era troppo pesante per loro: le dichiarazioni di Impagnatiello giungono in un momento processuale incipiente. Non può essere soggetto a domande - ha ricordato il legale - e quindi ha il pieno diritto e la libertà di poter proferire quello che ritiene più opportuno nella tutela di quella che è sua posizione giuridica. Le sue scuse sopraggiungono a distanza di sette mesi.
Il signor Impagnatiello non si è reso responsabile un gesto estemporaneo, ma ha propinato per mesi veleno topicida alla compagna e al proprio figlio. Questa è una cosa che addolora immensamente, sarebbe stato già difficilmente digeribile e inconcepibile se fosse stato frutto di una reazione spontanea spropositata. Le carte dicono cose diverse e nel corso del processo vedremo se questa propalazione è genuina e compatibile con tutto quello che verrà fuori".
FONTE FOTO: Instagram Chiara Tramontano (entrambe)
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