Tu sei qui: Lavoro e FormazioneIntelligenza artificiale, Fmi: "A rischio 60% posti di lavoro"
Inserito da (Redazione Nazionale), mercoledì 17 gennaio 2024 15:09:02
di Norman di Lieto
Se parli ad un nativo digitale di intelligenza artificiale ne discuterai in un modo, se ne parli con un over 40 ne dialogherai in un altro, se parli con un pensionato potresti percorrere iperboli del pensiero inimmaginabili.
Il tema, però, ci sta tutto: e, comunque la si pensi, l'intelligenza artificiale è entrata nelle nostre vite e, in qualche modo, bisognerà conviverci, imparando a gestirla tenendo, noi, gli umani, il 'coltello' dalla parte del manico.
Se è vero che in Italia, sia il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che la premier, Giorgia Meloni hanno 'ragionato' del tema è vero che l'intelligenza artificiale ha un impatto a livello mondiale. Non solo sul mercato del lavoro italiano.
È proprio qui, il motivo del contendere: quanto e come sarà invasiva la presenza dell'AI sul lavoro: quanti posti di lavoro porterà e quanti porterà...via.
La bilancia dove pende?
Il Fondo monetario internazionale ha provato a definire le percentuale di rischio per i vari paesi e l'impatto sul mondo del lavoro: il 40% nelle economie emergenti dalla Cina all'India al Brasile - il 26% nei Paesi a basso reddito, e fino al 60% nelle economie più avanzate, dall'Europa agli Stati Uniti.
L'AI è quasi certamente destinata ad aumentare le ineguaglianze sociali e ad aumentare il gap tra i Paesi più ricchi e quelli più poveri.
Il rapporto arriva proprio quando l'utilizzo di Chat Gpt è diventato pervasivo senza dimenticare l'utilizzo dei robot nel settore produttivo: uno studio che accende un alert importante per la comunità internazionale sui pericoli legati ad uno sviluppo incontrollato della stessa intelligenza artificiale.
E l'imperativo è uno solo: mettere la questione al centro dell'agenda politica globale e agire in fretta per mitigare l'impatto che le nuove tecnologie avranno soprattutto sulle categorie di lavoratori più vulnerabili, con decine di figure professionali che rischiano di scomparire per sempre.
Come detto, Mattarella nel suo messaggio di fine anno auspicava un utilizzo dell'intelligenza artificiale che fosse sostenibile, mentre Giorgia Meloni parlava di come avrebbe portato il tema al G7, portando il focus proprio sull'impatto dell'AI nel mondo del lavoro. E si mostrava assai preoccupata.
Nel rapporto del Fondo monetario internazionale si indicano i lavoratori più a rischio, quelli destinati a rischiare davvero di scomparire via a scapito dell'intelligenza artificiale e le cui mansioni saranno completamente sostituite dalle nuove tecnologie.
Operatori nel settore del telemarketing, o quelli dei call center, ma anche - si legge nello studio - i lavapiatti o gli artisti.
Tutte quelle figure, insomma, "a bassa complementarietà con l'intelligenza artificiale".
Al sicuro invece le professioni "ad alta complementarietà", quelle - ad esempio - come i chirurghi, i giudici, gli avvocati: tutte figure che si avvalgono e che possono beneficiare del supporto dell'intelligenza artificiale ma che non rischiano di essere rimpiazzate dalla capacità delle nuove tecnologie di riprodurre compiti finora legati esclusivamente all'intelligenza umana.
Secondo Kristalina Georgieva, direttrice del Fondo monetario internazionale:
"Circa la metà dei posti di lavoro nel cui ambito agisce l'AI possono trarre grandi benefici in termini di crescita della produttività, ma per l'altra metà le applicazioni legate all'intelligenza artificiale potrebbero di fatto sostituire le mansioni attualmente svolte dagli umani, con l'effetto di ridurre la domanda di lavoro e di portare a salari più bassi e a una riduzione delle assunzioni. E nei casi più estremi, alcuni di questi lavori potrebbe scomparire del tutto".S
Sempre secondo la direttrice del Fondo monetario:
"Risulta cruciale mettere in campo reti di sicurezza sociale omnicomprensive e offrire programmi di riqualificazione professionale per i lavoratori più vulnerabili.
E nel farlo potremo realizzare una transizione verso l'intelligenza artificiale più inclusiva, proteggendo i livelli di vita e tagliando le ineguaglianze".
Credo se ne parli ancora (troppo) poco, ma se non siamo stati in grado di anticipare gli effetti dell'AI sull'uomo e sui posti di lavoro, è tempo di accelerare e recuperare il terreno perduto.
Non è (ancora) troppo tardi per farlo ora.
Fonte foto: Foto di Gerd Altmann da Pixabay (both)
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