Tu sei qui: Lavoro e FormazioneLavoro, boom di dimissioni: 1,66 milioni nei primi nove mesi del 2022
Inserito da (Redazione Nazionale), domenica 22 gennaio 2023 16:33:51
di Norman di Lieto
C'è chi un lavoro lo cerca in maniera quasi continua, ossessiva, a volte disperata e chi invece nei primi nove mesi del 2022 lo ha proprio lasciato, dando le dimissioni.
1,66 milioni le dimissioni dal lavoro, in aumento del 22% rispetto allo stesso periodo del 2021 quando erano state 1,36 milioni.
Questi dati emergono dalle tabelle dell'ultima nota trimestrale sulle comunicazioni obbligatorie del ministero del Lavoro.
Per quanto riguarda invece i licenziamenti tra gennaio e settembre 2022 sono stati circa 557mila contro i 379mila nei nove mesi del 2021, con un aumento del 47% rispetto ad un periodo in cui era però in vigore il blocco.
Su questo trend si sono espressi i sindacati con Cgil, Cisl e Uil che cercano di analizzare il perché di questo fenomeno.
La segretaria confederale della Cgil, Tania Scacchetti, commentando l'aumento delle dimissioni dal lavoro e la ripresa dei licenziamenti nei primi nove mesi del 2022, ha dichiarato:
"L'aumento delle dimissioni può avere spiegazioni molto differenti: da un lato può positivamente essere legata alla volontà, dopo la pandemia, di scommettere su un posto di lavoro più soddisfacente o più 'agile', dall'altro però, soprattutto per chi non ha già un altro lavoro verso il quale transitare, potrebbe essere legato a una crescita del malessere delle lavoratrici e dei lavoratori dovuta anche ad uno scarso coinvolgimento e ad una scarsa valorizzazione professionale da parte delle imprese", rileva la sindacalista.
La segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese, commentando i dati sulle dimissioni e sui licenziamenti ha dichiarato:
"Troppi ancora i licenziamenti e non si sa bene come giustificati. Molte anche le dimissioni volontarie, forse un segno di come le priorità si siano modificate anche nella testa delle lavoratrici e lavoratori: se da qualche parte c'è uno smart-working più flessibile, se la retribuzione dove lavoro è troppo bassa o gli orari troppo disagevoli, se ho voglia di provarci davvero, un lavoro, magari anche sicuro, lo si può lasciare.
Tutti questi processi andrebbero indagati e su ogni dinamica sociale del lavoro, ci dovrebbe essere un confronto tra sindacato, associazioni datoriali ed un governo intenzionato a guidare i processi. Peccato che i nostri confronti siano ad oggi pletorici e temiamo inconcludenti", conclude.
Il segretario confederale della Cisl, Giulio Romani, commenta così i dati sulle dimissioni:
"Il fenomeno delle dimissioni volontarie che, apparentemente in contraddizione con l'alto tasso di disoccupazione, continua a crescere nel nostro Paese, e ci interroga profondamente sul cambiamento del mercato del lavoro indotto anche dal 'periodo di riflessione' consentito dal lockdown durante la pandemia".
Dimissioni volontarie per lasciare un lavoro che non piace più, non offre condizioni vantaggiose verso un altro lavoro che invece lo fa, oppure semplice 'salto nel buio' pur di non dover continuare un rapporto di lavoro considerato - magari - 'tossico'?
Attendiamo i dati anche sulle motivazioni delle scelte di questi 1,66 milioni di lavoratori dimissionari nei primi nove mesi del 2022.
Fonte foto: Foto diGerd AltmanndaPixabay e Foto diRosydaPixabay
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