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Corte dell'Aja ordina a Israele: "Prevenire atti di genocidio"

Chiamata a pronunciarsi dopo richiesta del Sudafrica che puntava a mettere in evidenza a difficile situazione che stanno vivendo persone innocenti nella Striscia di Gaza e nei Territori palestinesi dopo la rappresaglia israeliana per l'attacco subito il 7 ottobre ad opera di Hamas

Inserito da (Redazione Nazionale), venerdì 26 gennaio 2024 22:04:58

di Norman di Lieto

Era stato il Sudafrica ad accusare Israele di genocidio contro i palestinesi a Gaza: secondo Johannesburg il loro obiettivo era quello di ''mettere in evidenza la difficile situazione che stanno vivendo persone innocenti'' nella Striscia di Gaza e nei Territori palestinesi dopo la rappresaglia israeliana per l'attacco subito il 7 ottobre ad opera di Hamas.

Così si era espressa la ministra degli Esteri sudafricana Naledi Pandor dall'Aia, in attesa del pronunciamento della Corte internazionale di giustizia (Cig).

La ministra degli Esteri ha poi voluto porre la questione palestinese cercando di portarla al centro dell'attenzione del mondo: anche per questo ad Israele è stata intentata causa dal Sudafrica.

"Al termine della seconda guerra mondiale sono state create istituzioni che hanno il compito di proteggere gli innocenti, di assicurare un diverso modo di risolvere le controversie e i conflitti. Questo per evitare il livello di atrocità che si è verificato. Una conseguenza importante di ciò che il Sudafrica ha fatto all'Aja penso che sia quella di ricordare l'esistenza di queste istituzioni".

Israele aveva anche provato a chiedere di archiviare il caso con la Corte internazionale di Giustizia dell'Aja che aveva respinto così la richiesta:

'Abbiamo giurisdizione per pronunciarci su accuse di genocidio' e la stessa Corte internazionale di giustizia dell'Aja ha stabilito che almeno alcune delle denunce di violazione dei diritti umani presentate dal Sudafrica sono giustificate così come dichiarato dalla giudice Joan E. Donoghue ma la Corte ha altresì richiesto il rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi israeliani a Gaza nelle sue dichiarazioni in merito alla richiesta di misure urgenti presentata dal Sudafrica.

La Corte ha ordinato a Israele di "prendere tutte le misure per prevenire qualunque atto di genocidio a Gaza" e di consentire i servizi di base alla Striscia ma non ha invece deciso per un cessate il fuoco a Gaza, contrariamente alle richieste del Sudafrica.

Israele ha risposto così alla Corte con il ministro della Difesa Yoav Gallant:

"Lo Stato di Israele non ha bisogno di lezioni di moralità per distinguere tra terroristi e popolazione civile a Gaza".

Vediamo le decisioni dell'Aja che ha chiesto 6 misure cautelative e urgenti a Israele, nel caso che lo vede accusato di "genocidio" da parte del Sudafrica.

Ecco cosa hanno deciso i giudici dell'Aja:

Israele deve "prevenire qualsiasi azione" che si possa configurare come genocidio a danno dei palestinesi, evitare e "punire ogni incitamento pubblico" a commetterlo, e consentire l'accesso immediato di assistenza e aiuti umanitari nella Striscia di Gaza.

La Corte internazionale di giustizia ha accolto, sebbene in parte, le richieste di "misure urgenti" presentate dal Sudafrica che accusa lo Stato ebraico di violare la Convenzione contro il genocidio nella sua guerra contro Hamas. I giudici dell'Aja hanno quindi riconosciuto che "esiste" un caso da valutare e che la situazione umanitaria a Gaza necessita di un intervento tempestivo a protezione dei civili. Ma non si sono spinti fino a imporre un immediato cessate il fuoco, che era la prima richiesta di Pretoria.

Nell'aula del Palais de la Paix la presidente della Corte, l'americana Joan Donoghue, ha spiegato che, pur non potendo verificare le cifre fornite da Hamas sulle vittime della guerra nella Striscia, il tribunale è consapevole della portata della tragedia umana e della perdita di vite in corso:

"Gaza è diventata un luogo di morte e disperazione", ha detto, citando il vicesegretario agli Affari umanitari dell'Onu, Martin Griffiths. Di qui la natura "urgente" delle decisioni prese, che mirano a evitare ulteriori danni "irreparabili" ai palestinesi, un rischio che si ritiene "plausibile".

 

Fonte foto: Foto di hosny salah da Pixabay (entrambi)

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