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Morte Navalny, la moglie Yulia: "Continuerò il suo lavoro"

La vedova del blogger punta il dito senza esitazioni contro il Cremlino, suggerendo che la morte potrebbe essere stata indotta con l'uso del Novichok, l'agente nervino già comparso nel precedente avvelenamento dell'oppositore, nel 2020

Inserito da (Redazione Nazionale), lunedì 19 febbraio 2024 21:10:08

È la donna che gli stava accanto da quasi 25 anni: Yulia Navalnaya, 47enne moscovita, è figlia di uno scienziato russo ed è laureata in Relazioni economiche internazionali alla prestigiosa università Plekhanov.

Alexey Navalny lo ha conosciuto durante una vacanza in Turchia, nel lontano 1998.

Un legame profondo, che li ha portati al matrimonio due anni dopo e, soprattutto, ad essere compagni inseparabili in mezzo a mille tempeste.

La donna è salita alle luci della ribalta quando nell'agosto del 2020, Navalny venne avvelenato, poche le speranze di salvarlo, ormai il suo destino pareva irrimediabilmente segnato.

Fu proprio Yulia a scrivere a Putin per poter trasferire suo marito in una clinica di Berlino, dove il marito si salvò, decidendo di tornare all'inizio del 2021 di nuovo in Russia e consapevole dei pericoli cui andava incontro.

Questa volta, Navalny non ce l'ha fatta e ora, sua moglie, prova a raccoglierne il pesante testimone:

"Mio marito è stato ucciso da Putin e lui verrà punito per quello che ha fatto".

Punta il dito senza esitazioni contro il Cremlino e suggerisce che la morte potrebbe essere stata indotta con l'uso del Novichok, l'agente nervino già comparso nel precedente avvelenamento: poi via verso Bruxelles per partecipare al Consiglio dei ministri degli Esteri della Ue.

Il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel ha ricordato il dissidente come un "guerriero" e ha condannato quella che ha definito come

"la brutalità del regime canaglia del Cremlino".

Antonio Tajani, ministro degli Esteri ha dichiarato:

"Yulia Navalnaya è una donna che vuole continuare a battersi per difendere la libertà nel suo Paese e ha ribadito che la Russia non è Putin e Putin non è la Russia".

La salma di Navalny intanto non potrà essere nella 'disponibilità' dei familiari (in attesa nel luogo dove era in carcere, c'è la madre del blogger dissidente insieme al loro avvocato) per almeno 15 giorni.

Intanto Yulia non ha dubbi:

"Scopriremo certamente chi di preciso e in quale preciso modo ha eseguito il crimine, faremo i nomi e faremo vedere le facce", ha promesso.

Yulia Navalnaya si è detta quindi pronta a raccogliere il testimone del marito:

"Continuerò il suo lavoro, continuerò a lottare per il nostro Paese, e vi invito a stare accanto a me, per costruire una Russia come la immaginava Alexei Navalny, piena di dignità, giustizia e amore".

 

FONTE FOTO: pagina FB TG3 (Entrambe)

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Yulia Navalnaya, vedova del blogger dissidente russo<br />&copy; pagina FB TG3 Yulia Navalnaya, vedova del blogger dissidente russo © pagina FB TG3
Alexey Navalny, blogger dissidente russo<br />&copy; pagina FB TG3 Alexey Navalny, blogger dissidente russo © pagina FB TG3

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