Tu sei qui: Storia e StorieLa voglia di formaggio della sposa ed i cani italiani in America
Inserito da (admin), mercoledì 2 novembre 2016 20:07:05
Questa storia viene tramandata da generazioni nel territorio della provincia di Napoli e della Costiera Amalfitana e racconta di un viaggio in America di una coppia in viaggio di nozze che mai, prima di allora, si era mossa casa. A riproporla in chiave di racconto ironico l'amico Sigismondo Nastri, professore e giornalista in pensione. "Andrea e Raffaelina sprizzavano felicità da tutti i pori: col "sì" pronunciato davanti al parroco e ai testimoni, nella suggestiva chiesetta appollaiata su un’altura della costa, avevano consacrato finalmente la loro storia d’amore; ora stavano per recarsi negli Stati Uniti. Il viaggio di nozze, prenotato presso un’agenzia di fiducia, prevedeva il volo di andata e ritorno ed il soggiorno in albergo con trattamento di mezza pensione. I primi due giorni della luna di miele gli sposi li trascorsero a Roma in piena euforia. Grazie a una raccomandazione del vescovo ebbero pure la possibilità di essere ammessi a un’udienza pontificia nell’aula "Paolo VI" in Vaticano. Solo all’arrivo a New York si resero conto che avrebbero incontrato difficoltà, non conoscendo una parola d’inglese. Già risultò difficile, all’uscita dall’aeroporto, contattare il tassista per farsi condurre a destinazione. Se la cavarono esibendogli il "voucher". In albergo, per fortuna, l’addetto alla "reception" era di origine italiana e si esprimeva discretamente nella lingua degli avi. Depositarono i bagagli in camera, si cambiarono d’abito e uscirono per andare a cena in un ristorante. Percorsero, mano nella mano, un tratto di strada, guardando a destra e a sinistra, incuriositi e affascinati dalla grandiosità della metropoli d’oltreoceano. Poi furono tentati da un’insegna: "Pizzeria del golfo". Vi entrarono e non ci volle molto per scoprire che, dal proprietario (un portoricano) all’ultimo inserviente, nessuno era in grado di comprendere l’italiano. Tra le varie pizze indicate sul menu optarono per una "Margarita" e rimasero delusi: il "ketchup" aveva un sapore ben diverso dal pomodoro nostrano. A Raffaelina, gravida di tre mesi, venne un’irresistibile voglia di formaggio. Ne chiesero al cameriere, che alle indicazioni "provolone", "caciocavallo", "pecorino", "scamorza" replicava con uno scrollare di spalle. Spazientito, Andrea ripeté più volte, scandendo le sillabe: "For-mag-gio". In risposta ottenne un sorriso di commiserazione o forse di scherno. Non ne poté più, torturato nella mente da quanto la suocera gli aveva riferito al momento della partenza: "Ti raccomando, stai attento! le voglie delle donne gravide, se non soddisfatte subito, provocano delle macchie sulla cute del nascituro". Scattò in piedi e gridò: "Puozz’essere Accis' tu e l’America!". "Cheese? (pronuncia: cìis) Yes!" ripeté il cameriere, facendo cenni di assenso col capo. Dopo qualche minuto giunse in tavola un ricco ed assortito vassoio di formaggi. Tornando a casa si parlò molto di questo episodio e delle difficoltà comunicative con le persone di lingua inglese ma di una cosa era certo: tutti i cani che aveva incontrato erano italiani. Alla richiesta degli amici sul come l'avessero dedotto la risposta fu perentoria: abbaiavano come i nostri."
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