Tu sei qui: Economia e TurismoStellantis, governo pensa all'ingresso dello Stato italiano
Inserito da (Redazione Nazionale), sabato 3 febbraio 2024 17:45:34
di Norman di Lieto
Su Stellantis, nata dalla fusione tra Fiat-Chrysler e Psa (Peugeot-Citroen) le polemiche gravitano da tempo, sin da questa unione che, secondo quanto detto anche dalla premier Meloni, vedrebbe uno squilibrio verso Parigi rispetto al socio italiano così come aveva fatto notare la stessa presidente del Consiglio:
"Penso allo spostamento della sede legale e fiscale fuori dall'Italia o alla fusione che celava un'acquisizione francese dello storico gruppo italiano: tanto che oggi nel cda di Fca siede un membro del governo francese, non è un caso se le scelte industriali del gruppo tengono maggiormente in considerazione le istanze francesi rispetto a quelle italiane".
Lo scorso anno, a febbraio, dal 2021: in 2 anni, 7mila lavoratori in meno.
Ora la richiesta di Tavares per avere nuovi incentivi per gli acquisti delle auto elettriche in cui lui denunciava un ritardo di 9 mesi, con piccata risposta della Meloni, come riportato qui sopra, apre un altro scenario: la possibilità che lo Stato italiano entri con una quota in Stellantis.
Come ha già fatto la Francia con il governo Macron.
Per questo Urso, ministro del Made in Italy aveva dichiarato: "L'epoca degli incentivi a pioggia è finita" ma aveva aperto alla possibilità dell'ingresso in Stellantis con capitale pubblico.
Ma non è così semplice: è una strada che non pare così agevole da percorrere.
Facendo un pò di conti: Stellantis ha oggi una capitalizzazione, ai valori attuali di Borsa, di 67 miliardi di euro e se il governo italiano oggi volesse acquisire una quota pari al 6,1% - uguale a quella che il governo francese detiene attraverso Bpi, l'equivalente della nostra Cassa Depositi e Prestiti - dovrebbe, quindi, pagare ai valori di Borsa attuali 4,1 miliardi di euro.
Oggi il governo francese ha un peso pari al 9,6%, Exor è al 23,13% e Peugeot all'11,1%.
Questo vuol dire che se anche acquisisse il 6,1% spendendo 4,1 miliardi il governo italiano non avrebbe lo stesso peso del governo francese.
Nel 2022, già il Copasir aveva chiesto di valutare l'ingresso di Cassa depositi e prestiti nel gruppo Stellantis per controbilanciare il peso della Francia nel gruppo. Ma il tutto poi rientrò, per (ri)parlarne ancora oggi.
Proprio per la mancanza di incentivi per il settore automotive, Tavares ha ventilato il rischio di posti di lavoro negli stabilimenti italiani come quello di Pomigliano d'Arco.
Intanto martedì resterà ferma la produzione del modello Alfa Romeo Tonale per carenza di elementi meccanici.
L'amministrazione comunale, guidata dal sindaco Raffaele Russo, rivendica il diritto ad essere presente in ogni incontro istituzionale dove si discuterà delle prospettive dello stabilimento perchè "la situazione non impatta solo sui lavoratori direttamente coinvolti".
E non è finita: tra il segretario generale della Cgil, ex leader della Fiom - la categoria dei metalmeccanici del sindacato di Corso d'Italia - e l'ex ministro dello Sviluppo economico ora segretario di Azione è finita a 'carte bollate'.
Motivo?
Calenda accusa Landini di non parlare male mai di Stellantis per non 'perdere' la possibilità di essere intervistato da Repubblica (il cui editore è Elkann, azionista di Stellantis, ndr) che, a sua volta, ha smesso di intervistarlo - a detta dello stesso Calenda - proprio per aver denunciato il silenzio del leader Cgil.
In mezzo c'è il futuro dell'automotive (anche) italiana e di (molti) lavoratori: ultimo anello di una catena che li vede sempre più deboli.
FONTE FOTO: Massimiliano D'Uva (entrambe)
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