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C'è bisogno di buonsenso. Diventa virale il post di Federico Francesco Ferrero, DoctorChef

Inserito da (admin), giovedì 14 maggio 2020 10:46:12

E' diventato virale l'appello di Doctor Chef, al secolo il medico chirurgo Federico Francesco Ferrero, giornalista, nutrizionista e foodteller. Ecco il testo integrale in cui tagga anche Petrini, fondatore di Slow Food: Carlin Petrini, fondatore di Slow Food Italia, ristoratori, produttori di vini e di eccellenza gastronomiche, dove cavolo siete finiti? Cosa aspettate a ribellarvi tutti insieme? Per egoismo personale, per l’italico individualismo per cui le regole non si discutono collettivamente, tanto poi si disattendono individualmente dal giorno seguente, per codardia e incapacità di fare squadra, vi siete bevuti l’HACCP, quell’insieme di norme assurde di igienizzazione dei ristoranti che impediscono di utilizzare le uova di cascina e di vendere le marmellate della nonna, e avete imposto a tutti questa tristezza gastronomica, salvo poi tirar fuori dal sottoscala le eccellenze per i soliti raccomandati. Poi avete abbassato la testa di fronte ai miei colleghi delle ASL che vi bocciavano per venti volte il progetto di ristrutturazione della cucina adducendo scuse assurde perché mancavano dieci centimetri nel bagno, e ci avete fatto capire che le norme europee valgono soprattutto in Italia dove poi, con un paio di buste si ammorbidisce la maggior parte dei funzionari. E ancora avete accettato di servire nelle gastronomie in piatti di carta e bicchieri di plastica autentiche meraviglie, solo perché le regole vi imponevano un bagno che non avreste mai potuto costruire: codardi! E adesso, basta riaprire e sicuri di poter infrangere le regole il giorno dopo, vi state per far piacere queste assurde norme contenute nella bozza delle disposizioni per la riapertura dei locali di somministrazione. Come per l’HACCP, per le dimensioni del bancone, per il pesce pescato da vostro zio, ancora una volta, queste regole sono nate per piegare la libertà degli individui, favorire i grandi gruppi, demolire la rete di piccole imprese artigiane perché, ve lo assicuro da medico scrupoloso, dal punto di vista sanitario non hanno alcun razionale. Quando qualcuno vi dice che sta facendo qualcosa per il vostro bene: preoccupatevi! Sarebbe preoccupante pure se ve lo dicesse vostra madre, perché ognuno può solo fare qualcosa per il proprio di bene, figuriamoci poi se sono quelli dell’INAIL che ora dettano le norme per la riapertura dei ristoranti. Quando leggo di 4 metri quadrati a commensale, mascherine prima e dopo il pasto e guanti per pagare, mi chiedo se i redattori di questo piano siano più stupidi o più in malafede. "Lo dico da medico, in un ambiente chiuso, dove soggiornino per due o tre ore individui senza mascherina, come un ristorante, non c’è distanza che tenga, se anche un solo individuo ha un’alta carica virale, potenzialmente si infetteranno tutti." Ma la buona notizia di questi giorni è che il virus sta mettendo la testa a posto da solo, non certo grazie alle visite ai "congiunti" in guanti e mascherina. E, allora riapriamo i ristoranti, senza regole se non i tamponi periodici e l’educazione sanitaria a tutto il personale, come andrebbe fatto in qualsiasi azienda, che è cento volte più pericolosa di una trattoria. E, se apriamo i ristoranti, così come le cene con gli amici, apriamo tutta l’Italia, senza limitazioni e mascherine: basta! Richiuderemo se sarà davvero necessario, ammesso che questo serva a qualcosa, come il caso Piemonte ha messo ampiamente in dubbio. Un po’ di senso di realtà: con i locali aperti, già dopo una settimana salteranno tutte le regole di distanziamento sociale. Quindi, o decidiamo che il rischio di vivere è accettabile o abbiamo il coraggio di difenderci fino in fondo dal rischio di morte di 100mila persone in un anno, chiudendo tutto e mettendo a repentaglio la vita degli altri 59 milioni e rotti. Ma bisogna assumersene la responsabilità, non cercare di scaricarla con regole inutili e dannose. Ma, dopo i divieti per le corse in solitaria e i droni sulle spiagge, vi siete abituati a tutto, salvo però a indossare le mascherine correttamente e a rifiutarvi di andare al lavoro senza protezioni adeguate.. Allora Voi, titolari degli oltre trecentomila bar e ristoranti d’Italia, cosa aspettate ad incazzarvi, ad alzare la testa, a dare la vostra disponibilità a migliorare l’organizzazione ma a non a scendere a patti con queste regole da barzelletta? Vi ho attaccato duramente in questi anni, da qui, dalla televisione, dalle colonne de La Stampa, quando non cucinavate cibo fresco ma messo sotto-vuoto in frigorifero, vi ho odiato quando non facevate la spesa, vi ho redarguito quando non facevate scontrini e ricevute, ma questa volta deluderete non solo me ma tutti gli italiani. La prima persona che varcherà l’ingresso di un ristorante con la mascherina sul volto per toglierla all’arrivo del piatto e rimetterla per andare in bagno segnerà una sconfitta per tutta la nazione, una mortificazione dell’intelligenza, un monumento all’incapacità di un pensiero critico in nome di una paura indefinita: la paura di comportarsi da esseri pensanti, la paura di dire le cose come stanno, la paura di essere vivi. #DoctorChef

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